Japanese Inspiration

La ricerca della perfezione estetica è un dato molto presente nella filosofia di vita giapponese: bellezza e rigore formale fanno parte al tempo stesso della tradizione e del quotidiano,anche in cucina.
La cucina giapponese rappresenta un'esperienza unica nel suo genere, che coinvolge profondamente a diversi livelli.
Non solo il gusto,ma anche la nostra sensibilità estetica viene piacevolmente sollecitata dalla bellezza impeccabile nella presentazione dei cibi, dall'armonia dei colori nel piatto e dall'equilibrio degli accostamenti.
L'appetito è stuzzicato in maniera irresistibile, le aspettative sensoriali amplificate.
Un piatto è buono anche perchè è bello a vedersi, e bellezza vuol dire cura estrema dei partcolari, scelta attenta di stoviglie e utensili, anche per quel che riguarda la loro disposizione.
Ogni pietanza prende forma nel suo piatto, ogni gesto è ripetuto all'infinito, perfezionato fino a rendere la preparazione del cibo simile a un rito antico.
Mangiare giapponese è in effetti un'esperienza culturale, che mette in contatto con una concezione religiosa e filosofica, quella buddista, dalla quale questa cucina trae i suoi principi fondamentali: al panteismo buddista sono riconducibili il forte legame con la natura e la ricerca continua di armonia con quanto ci circonda.
Seguire il ritmo delle stagioni nell'utilizzo degli ingredienti, oltre a essere un principio di buona salute, costituisce una norma imprescindibile, così come lo è il fatto di utilizzarli crudi o poco cotti, in modo che conservino le loro caratteristiche naturali nella forma e nel gusto: i sapori si devono armonizzare mantenedo ciascuno la propria essenza, senza confondersi.
Questo mondo culinario ha davvero poche connessioni con la cucina italiana ed europea e ciò mi ha portato a dover affrontare e approfondire le sostanziose diversità, quali ad esempio la pulizia e il taglio dei pesci, che diversamente dalle nostre tecniche, cerca di preservare in maniera quasi maniacale l'armonia tra la consistenza e la texture delle carni.
Anche gli utensili, di difficile reperibilità sul nostro territorio, sono molto differenti da quelli comunemente utilizzati. E sono forse proprio queste intriganti diversità che mi spingono a voler conoscere e sperimentare sempre più le usanze di questo meraviglioso popolo.

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