mercoledì 11 giugno 2014

Esempi di menu - parte uno

Un menu base deve essere formato da una minestra e tre pietanze (più il riso bianco,naturalmente). Ciò risale ad una legge suntuaria del 1694 che prescriveva al popolo giapponese regole di vita, dall'abbigliamento ai divertimenti per giungere perfino al cibo da consumare; anche lo shogun (colui che deteneva il potere in Giappone,mentre l'imperatore era solo una figura simbolica) doveva in teoria attenersi alla legge,e ichiju sansai ("una minestra tre piatti") costituiva il pasto quotidiano.


Il segreto per offrire un buon pranzo è quello di variarne la composizione: è importante che le vivande siano armonizzate e ben bilanciate. Si deve cercare di alternare, in una sinfonia di aromi, alimenti cotti a vapore con altri insaporiti con l'aceto, oppure fritti, o crudi, in modo da non stancare mai il palato.
Quello dei giapponesi è particolarmente sensibile anche alla minima sfumatura sia nel sapore sia nella consistenza: amano cibi molli, quasi collosi, e altri invece duri in modo tale da richiedere una masticazione rumorosa; ricercano la quasi totale assenza di sapore del tofu, ma amano anche il piccante zenzero.
 

 Un cibo alla griglia viene servito prima di uno al vapore,poi ne segue uno stufato,uno fritto e così via.
Con una cottura di sapore piuttosto dolce (come teryaki o kabayaki) si accompagnano verdure all'aceto o al sale. Con un piatto leggermente saporito o piccante (amiyaki o shogayaki) sono più indicati vegetali al sesamo o comunque di sapore delicato. Altra regola fondamentale è la presenza,in un pasto.di qualcosa che venga dal mare e qualcosa che venga dai monti (o dai campi).



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