Anche se nei ristoranti in Italia vengono fornite a richesta le forchette, è bene impadronirsi del segreto per maneggiare questi strumenti a prima vista ostici, ma che si rivelano utilissimi nono appena si abbia con essi una certa dimestichezza.
Si pensi che se un terzo popolazione mondiale mangia con le mani, un altro terzo con coltello e forchetta, il rimanente terzo utilizza i bastoncini.
Questi minuscoli, eleganti oggetti sono ben diversi dalle nostre posate, a volte lussuose, ma fredde, pesanti, metalliche, rumorose. I bastoncini di legno di sugi (cedro o cipresso giapponese) conferiscono al cibo un piacere ulteriore, esaltato dal raro, leggero aroma di questo legno.
Originari della Cina, in cui vengono usati da millenni, i bastoncini furono introdotti in Giappone tra il III e il V secolo d.C. e subito adottati: da allora sono sempre usati, sia durante il pasto sia per cucinare. In Cina sono generalmente di avorio, legno o metallo; in Giappone soprattutto di bambù o di legno, a volte lasciato al naturale, altre laccato.
L'uso degli ohashi è sempre stato uno dei primi insegnamenti impartiti dalle madri ai proprio figli.
Vanno disposti paralleli al bordo del tavolo, vicini a chi li userà, con le punte appoggiate su un piccolo oggetto detto hashi oki, intonato alla stagione, di forma e colore sempre diversi. Si prendono con la destra, con il palmo rivolto in giù, si poggiano sulla mano sinistra, che li tiene da sotto per un attimo mentre la destra li prende col palmo in su.
Si pone uno dei due tra pollice e indice con la punta a sinistra e la parte centrale appoggiata all'anulare; l'altro si tiene tra il pollice e le punte di indice e medio uniti, che lo possono così muovere in modo che le punte dei due bastoncini si avvicinino.
A volte si tende ad afferrarli troppo vicino alla punta, ma in questo modo l'uso diventa difficile ed è anche bene non stringerli troppo.
Dopo essere stati usati, i bastoncini si depongono così come stavano sul tavolo, con la punta sul piccolo supporto hashi oki.
Per l'uso le regole sono tante e ben precise:
- non si impugnano come un pugnale;
- non si infilza con essi il cibo;
- non si piantano in verticale in una ciotola di riso bianco bollito. Ciò rammenta ai giapponesi un'usanza funebre;
- non si gesticola con la mano che stringe gli ohashi e non si puntano verso qualcuno mentre gli si parla;
- non si passano mai bocconi da bastoncini a bastoncini . Il motivo è sempre un'usanza funebre;
- non si tiene la ciotola del riso vicino al viso e non si usano i bastoncini per buttare il riso in bocca a "palate";
- non si esplora il contenuto di un piatto con la punta delle bacchette per cercare il boccone preferito;
- non si afferra una ciotola con la mano che impugna i bastoncini;
- non si leccano;
- non si consumano due pietanze senza toccare il riso tra l'una e l'altra.
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