domenica 25 novembre 2012

Bevande - Dal rito alla tavola

L'enorme diffusione della cucina giapponese in Europa ha introdotto l'abitudine di accostare il vino a sushi e sashimi, con risultati molto gradevoli. Sakè e tè verde rimangono però le bevande tradizionali, ancora molto in voga.

Sakè 
Si ottiene dal riso fermentato (non distillato), è di gradazione alcolica attorno ai 15-17°, di colore trasparente. In realtà il vocabolo esatto per definire il vino di riso è nihonshu (vino giapponese), in quanto il termine sakè può indicare tutte le bevande alcoliche. Tuttavia quest'ultima parola è oggi la più usata per indicare il "vino" tipico giapponese ed essendo di più facile memorizzazione è conosciuta in tutto il mondo.


Tè (Cha)
O meglio ocha, e il prefisso onorifico rivela il rispetto e l'importanza che i giapponesi danno alla bevanda.
Al contrario di quello indiano (fermentato) o cinese (semifermentato) che hanno un colore marrone scuro, e pur essendo fatto con le foglie della stessa pianta, il tè giapponese non è fermentato e mantiene così inalterate tutte le sostanze che lo rendono preziono. Di solito ha un colore verde e, malgrado abbia un sapore leggerissimamente amarognolo, si serve senza aggiungere altro: nè latte, nè miele, nè limone, nè zucchero.

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